Nutrizione e sport: cosa c'è da sapere
Nel corso degli ultimi anni, è notevolmente cresciuto l'interesse per la scienza dell'alimentazione e della nutrizione applicata allo sport e all'esercizio fisico, anche in considerazione del numero sempre crescente di soggetti che si dedicano con regolarità alla pratica di una attività sportiva.
Nel caso di un atleta, una dieta inadeguata può impedire una prestazione ottimale e aumentare il rischio di incorrere in infortuni o, addirittura, determinare patologie acute gravi. Insieme ad allenamento e recupero, l'alimentazione è considerata infatti, da sempre, il pilastro su cui basare la preparazione dello sportivo professionista ed amatoriale.

Fin dai tempi più antichi, illustri medici dedicarono i propri scritti a questo argomento fornendo agli atleti di allora consigli di ogni genere, a volte piuttosto originali. Nel 540 a.C. il grande lottatore Milone di Crotone, la cui forza è divenuta leggenda, introdusse una dieta a base di carne con 9 kg al giorno, consumati insieme a 9 kg di pane e ben 8,5 litri di vino. Milone modellò il proprio corpo applicando un allenamento con sovraccarico progressivo: ogni giorno sollevava un vitello finché questo non fosse diventato un toro. Già da allora la componente proteica dell'alimentazione dello sportivo aveva un ruolo predominante.
Nel periodo dello scienziato Galeno era diffusa la convinzione che gli atleti potessero trarre vantaggio dall'assunzione di proteine derivanti da animali con caratteristiche atletiche simili a quelle della loro disciplina. Ad esempio, carne di toro per i lottatori, capra per i saltatori e antilope per i corridori. Ippocrate, infine, affermava che se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, né in difetto né in eccesso, avremmo trovato la strada per la salute.

Da qui la consapevolezza che la dieta, attraverso gli alimenti, fornisce le molecole utili per svolgere le funzioni fisiologiche, promuovere un incremento della massa muscolare, ottimizzare il lavoro fisico e reintegrare infine le perdite dovute allo stress fisico e mentale dello sportivo. Oggi le ultime conoscenze scientifiche portano ad affermare che l'alimentazione degli atleti deve tenere conto innanzitutto delle caratteristiche antropometriche e di composizione corporea individuali, quindi del metabolismo basale e del fabbisogno energetico, degli specifici programmi di allenamento, nonché della programmazione degli impegni agonistici.
Le attuali raccomandazioni dietetiche per gli atleti e gli sportivi coincidono, in gran parte, con le indicazioni nutrizionali elaborate per la popolazione in generale; gli elementi che si discostano da tali linee guida riguardano principalmente:
- Le variazioni calorico-energetiche che possono caratterizzare i vari momenti della stagione agonistica (fase di preparazione, periodo agonistico, fase di riposo);
- L'apporto idrico ed elettrolitico adeguato;
- L'organizzazione temporale e la composizione dei pasti nell'arco della giornata.
Per sostenere le migliori performance atletiche sono indicate diete ad alto contenuto di carboidrati, basso contenuto di lipidi e moderato consumo di proteine. Questo obiettivi sono perseguibili attraverso l'organizzazione di un equilibrato e variato piano alimentare, i cui principali componenti degli alimenti, quindi carboidrati, lipidi e proteine sono presenti presenti in proporzioni ben definite.
Grazie a una maggiore attenzione da parte dell'individuo verso il proprio benessere, il legame fra alimentazione, salute e forma fisica sta diventando un valore sia individuale che sociale. Un costante esercizio fisico migliora l'efficienza del corpo e agisce positivamente sull'attività mentale concentrando e coordinando le funzioni corporee secondo tecniche espressive che coinvolgono il corpo e la mente di un individuo. E' importante promuovere fin dall'infanzia questi principi salutari attraverso abitudini alimentari adeguate e una costante attività fisica.
Infine non bisogna mai dimenticare che non esistono alimenti speciali capaci di migliorare la preparazione e/o la prestazione atletica, ma solo buone o cattive abitudini alimentari che condizionano l'efficienza metabolica e il rendimento fisico e atletico.